Questo trattamento è specifico per le brutte sensazioni innate (anche quelle di cui spesso non ci si accorge). Come la paura dell'altezza (vertigini), la paura di morire, il timore dell'acqua, la paura del soffocamento, la paura di essere abbandonati e tutti quei blocchi che si presentano come potenziali minacce di morte.
Questi blocchi agiscono indisturbati condizionando la persona a “non osare di fare” quelle scelte che potrebbero metterla in una situazione di rischio nei confronti della morte (come prendere un aereo o una nave). Questi blocchi manifestano generalmente una profonda sensazione di tristezza (paragonabile a un lutto) e si presentano come stimoli impulsivi (e incontrollabili) associati a ricordi di vite passate.
Il fatto che la sensazione (di tristezza) appartenga a vite passate confonde la persona, la quale associa la sensazione ad un lato del suo carattere.
Il blocco si nasconde in angoli remoti dell'anima ed è indispensabile regredire alla vita/e passata/e per stimolarne l'emersione. Durante il trattamento l'assistito associa la sensazione di “abbandono” all'evento “del decesso”.
Il t.t.r.t. si svolge in piedi sia dall'operatore che dall'assistito: il primo afferra quindi l'assistito dal petto e lo tiene con una salda stretta; la mano destra lo afferra per il petto e la mano sinistra (alla stessa altezza) lo tiene per la schiena. Questo gli consente di accompagnarlo in un movimento oscillatorio il quale moto non permette nessun tipo di analisi (o più semplicemente di farlo pensare).
L'operatore comincia a questo punto dispensare domande relative al passato inducendolo ad immaginare “un altro luogo e un altro tempo”. La connessione mentale da modo all'assistito di vivere luoghi, persone ed eventi che riconosce nella/e “vita/e passata/e”.
Durante il t.t.r.t. si ispeziona la vita passata e l'identità dell'assistito (cioè si chiede chi è, dove è, cosa fa e il periodo storico in cui si trova). Chiarita l'identità si induce a rivive la morte la quale è generalmente relazionata alla paura che riscontra: se è fastidio per l'acqua rivive un annegamento, se è paura per asfissia rivive un soffocamento e così via per gli altri fastidi e le altre morti.
Rivivere il decesso chiarisce la relazione tra blocco (paura di morire) ed evento (morte) e rimette in equilibro i valori emozionali permettendo all'energie di fluire e alla tristezza di essere superata.